«La rosa è bene o male la stessa della scorsa stagione: oltre a Testini, Schenal e Patriarca per l’università, è uscito Legnaro ed è entrato Cipolato. Sul piano tecnico», racconta l’allenatore, «c’è ancora da lavorare sui dettagli e su alcune situazioni di gioco viste ancora in maniera generale; ma siamo al punto al quale volevamo arrivare in vista della prima di campionato. A livello fisico siamo ancora un po’ carichi dalla preparazione atletica; ma, facendo gli scongiuri, arriviamo al debutto al completo, senza infortuni né intoppi».
«Monastier è una squadra ostica, che gioca a ritmi altissimi, attacca tanto il canestro, gioca molto uno contro uno con due esterni, Baratella e De Marchi, molto bravi sia nell’uno contro uno che nel tiro da fuori, e due lunghi capaci di farsi sentire come Lorenzon e Balzano. Giocatori di categoria. Ma più dei singoli mi preoccupa il loro modo di giocare, la loro velocità ed aggressività: è una formazione che abbiamo sempre sofferto proprio perché gioca a mille all’ora. Al momento sarebbe stato meglio forse affrontare una squadra che gioca una pallacanestro più lenta. Se loro saranno più bravi ad impostare un ritmo alto, o noi meno bravi a corrervi dietro, sarà una partita difficile. Se invece riusciremo a tenere ritmi bassi, a noi più congeniali, la si potrà sicuramente portare a casa».
Sarà un primo test per saggiare il livello della nuova DR1? Il tecnico non sembra vedere grosse differenze con lo scorso torneo di Serie D.
«Sì e no», risponde infatti. «Le rose, innesto più, innesto meno, sono le stesse della scorsa stagione. A parte Spresiano, che sulla carta pare essere la favorita, e Roncade, che anche quest’anno ha allestito uno squadrone, le altre sono tutte più o meno sullo stesso livello. Chiaramente ognuna con le sue caratteristiche. Con tutte si potrà vincere o perdere. Sono curioso», conclude Scanu, «di vedere come rientreremo in questo lotto. Quasi tutti i ragazzi li avevo già l’anno scorso, quindi ho ben chiaro cosa possono dare e quali sono i loro margini di miglioramento».
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